La legge che norma l'applicazione dell'istituto del referendum è di 55 anni fa L.352/70. Penso che sia una grave responsabilità della politica non averne rivisto, in questo lasso di tempo, almeno le norme attuative: promotori, numero firme, modalità di raccolta. Il parlamento è riuscito in questi 55 anni a modificare vari articoli della costituzione, ben 4 volte la legge elettorale, ma ha lasciato che il referendum languisse e si svuotasse proprio nel momento in cui le spinte populiste cavalcano e rinforzano il sentimento diffuso di estraneità della politica alla vita reale.
Il referendum è stato, nei fatti, unica forma praticata di partecipazione diretta prevista dalla Costituzione e che ha segnato, in vari passaggi, la spinta della società rivelatasi più avanzata e coraggiosa della rappresentanza politica.
Ricordo poi che tra avvio, raccolta delle firme, indizione del referendum, è previsto un lasso di tempo sicuramente sufficiente perché il Parlamento riesca a modificare o aggiornare la legge oggetto dell'abrogazione, e, una volta svolto il referendum abrogativo, qualora la legge modificata ponga problemi di dubbia applicazione, anche se questa eventualità dovrebbe essere verificata a monte dalla Corte Costituzionale, il Parlamento può legittimamente intervenire, non per modificare la direzione della volontà espressa dagli elettori ma per integrarne i punti eventualmente controversi.
Naturalmente l'astensione sul referendum è assolutamente legittima quando è praticata spontaneamente dai cittadini come dichiarazione di estraneità e disinteresse alla questione sottoposta a referendum.
A mio parere non può diventare invece esplicita indicazione delle forze politiche, almeno non penso che i costituenti pensassero questa eventualità quando hanno fissato il quorum referendario. La democrazia, così come l'abbiamo conosciuta, richiede che i partiti svolgano una funzione di direzione politica verso i cittadini a cui non possono e non debbono sottrarsi.
Ora è evidente che un partito che , di fronte a una proposta referendaria, pensi di strumentalizzare la crescente disaffezione al voto non può che far male, molto male, alla democrazia, soprattutto quando questa indicazione si rivela incoerente con la posizione del partito al momento dell'approvazione della legge oggetto del referendum.
Abbiamo partiti che non votarono le leggi in questione (jobs act), allora avversandole, e che oggi danno indicazione di astensione, per mantenerle.
Quindi la scelta di indicare ipocritamente l'astensione è fatta al puro scopo di parassitare l'astensionismo ai propri sobbiettivi che sono evidentemente politici ma non hanno alcun legame con il merito delle materia referendaria.
Sei una forza politica che aveva avversato la legge che il referendum vuole abrogare? Spiega bene ai cittadini perché hai cambiato idea. Altrimenti contribuisci solo al degrado della democrazia.
Per quanto mi riguarda non mi asterrò principalmente perché non voglio che il mio comportamento venga utilizzato da forze politiche che stanno lavorando di fatto per il degrado della democrazia, democrazia che invece voglio preservare prima ancora di ogni particolare battaglia specifica su questa o quella legge
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